Abstract

Oltre a essere una forma di consolidamento identitario e geopolitico, il patrimonio culturale e la cultura materiale possono operare anche una critica, sospensione o indebolimento di fattori determinanti come il riconoscimento dei confini lineari, della sovranità nazionale, dell’appartenenza geoculturale di un luogo o delle persone. Spesso, tale compito è svolto con lo scopo di offrire una contro-narrazione, altrettanto identitaria, che metta in crisi la narrazione dominante (di un oppressore coloniale, di un gruppo egemone, ecc.). In altri casi – altrettanto interessanti, ma più inesplorati – sono la stessa legittimità e il significato di una distinzione identitaria fondata sui confini a essere resi instabili e porosi. Se l’arte offre numerosi casi, dai santuari federali dell’antica Grecia al monumento a Dante di Trento, anche gli oggetti e le persone rivestono un ruolo cruciale: secondo Bruno Latour, infatti, oggetti e persone intessono un legame in cui i primi vengono investiti di un’agency e le seconde ricevono in cambio una fondamentale capacità di connessione materiale e tecnica. In tal senso, dinamiche di instabilità e sospensione analoghe si riscontrano nei grenzgänger, individui che attraversavano a vario titolo le frontiere in entrambi i sensi, dando luogo a fenomeni di contaminazione e interconnessione. Se, da un lato, la gestione dei confini era finalizzata al controllo degli approvvigionamenti e della viabilità o alla sistemazione di controversie attraverso il ricorso ai saperi locali, dall’altro, figure come i pastori, gli atleti, i vagabondi o i mercanti attuavano pratiche transliminali produttive di sistemi socio-ecologici e culturali che trascendevano le frontiere politiche. Attraverso conferenze, seminari, workshop e azioni di innovazione didattica e terza missione, il progetto intende esaminare una serie di casi di studio che va dall’antichità ai giorni nostri.

Informazioni

Sezioni coinvolte: Confini e Connessioni; Codificazioni, Transizioni e Contaminazioni.

Responsabili: Serena Luzzi e Denis Viva

Durata del Progetto: dal 01.01.24 al 31.12.25; un'azione sarà collocata nel 2026 (vd. scheda progetto)

Gruppo di lavoro

Docenti strutturate/i dell'Università di Trento: Giuseppe Albertoni, Marco Bellabarba, Angelo Besana, Emanuele Curzel, Elena dai Prà, Francesca Di Blasio, Elena Franchi, Alessandra Galizzi Kroegel, Nicola GabellieriSerena Luzzi, Elvira Migliario, Greta Perletti, Giorgia Proietti, Igor Santos Salazar, Eva Struhal, Umberto Tulli, Emanuele Vaccaro, Denis Viva.

Docenti di altre università: Giorgio Bacci (Università di Firenze), Nicoletta Brazzelli (Università degli Studi di Milano Statale), Tony Hughes D’Aeth (University of Western Australia, Perth).

Assegnisti/e dell'Università di Trento: Claudio Biagetti, Sebastian Scharff, Giulia Vettori, Roy Van Wijck, Katharina von Winckler.

Assegnisti/e di altre università: Marco Romio (Università della Repubblica di San Marino), Davide Trivellato (Creta-Rethymno).

Dottorandi/e dell'Università di Trento:

“Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee” Carlo Baderna, Francesca Cau, Tommaso Greco, Arianna Guzzon (tema: “Le popolazioni di area alpina tra archeologia e storiografia: modelli insediativi e identità etniche dalla tarda età del Ferro alla romanizzazione”), Giovanni Rachello.

“Forme del testo e dello scambio culturale” Rebecca Massinelli (tema: dispute confinarie nel Peloponneso [“The Impact of Federalism on Inter-polis Competition: a Journey through the Peloponnese”]), Luca Valle Salazar.

Dottorandi/e di altre università: Alicia Martìn Rodriguez (Universidad de Salamanca).

Laureandi/e: Chiara Comini (laureanda in Scienze storiche con un progetto di tesi sui santuari federali in Grecia antica).